Estratto del libro “Insegnerai al mondo come guarire
Pubblicato il 30 ottobre 2014 da edizioni Cherche-Midi

 

Ho tre grandi missioni in questa vita

  • come essere umano

  • come maestro di Dharma

  • Come lama detentore di lignaggio

 

La mia prima missione come essere umano

Come essere umano, dai tredici anni, ho offerto la mia vita al servizio di tutti gli esseri. Nella mia esperienza del mondo, ho quindi adottato un’attitudine di apertura, di fiducia e di accoglienza spontanea di chi, la maturazione del karma, mette sul mio cammino. Nessuno mi è estraneo. Ritrovo in ognuno dei fratelli e delle sorelle nell’umanità.

Come esseri umani, abbiamo tutti in noi, il gioiello dello spirito risvegliato che rappresenta uno straordinario potenziale di bontà e di trasformazione interiore. La base dei miei insegnamenti è l’apertura del cuore e mi sforzo di introdurre i miei studenti agli stati spaziosi dello spirito che abbraccia l’universo e tutti gli esseri viventi.

La meditazione di apertura del cuore riguarda i buddisti come i non buddisti poiché essa nutre i valori umani fondamentali di amore, di perdono, di pace e dei diritti umani.

Senza l’apertura del cuore, l’etica resta disincarnata e rischia di diventare intolleranza. Solo la via del cuore aiuta sempre a riconoscere il potenziale di bontà e di trasformazione che è insito nella nostra umanità. Se abbiamo sviluppato un amore incondizionato, riconosceremo questa base amorevole anche nel più crudele degli esseri tra noi, coloro che agiscono in modo inumano per ignoranza rispetto alla loro vera natura.

L’apertura del cuore ci fa talmente amare gli esseri che rinnoviamo ogni giorno un’aspirazione ancor più viva ad aiutarli, al fine che possano trovare la felicità e che possano esser liberati dalla sofferenza.

Nei miei sforzi per alleviare le sofferenze del mondo, sono particolarmente interpellato dalla sorte delle madri che muoiono dando alla luce un figlio. Fu il caso di mia sorella, quando a ventisei anni mise al mondo mio nipote. Come lei, persone senza molti mezzi materiali, molte altre madri nelle regioni del Tibet o nelle colonie tibetane in India, non ricevono le cure che permetterebbero loro di allevare i propri bambini. E’ un doppio dolore, per la madre, e per i bimbi, orfani.

La mia prima missione in questa vita, è quindi quella di insegnare un’etica del cuore e mettere in atto un programma umanitario di cure alle future madri e delle strutture per educare i loro bambini, le bambine in modo particolare. E’ essenziale che i più deboli ricevano studi superiori e accedano a posti uguali rispetto agli uomini. “Quando si educa una donna, si educa un popolo”, dice la saggezza popolare. Le donne sono la chiave dell’evoluzione e di un avvenire migliore per l’umanità.

  

La mia seconda missione come maestro di Dharma

Come maestro di Dharma, ho una seconda missione. Riguarda allo stesso modo la sofferenza, ma questa volta non si tratta di quella sul piano relativo, ma della sofferenza ultima, della causa stessa della sofferenza. La causa radice di tutte le nostre sofferenze è l’ignoranza fondamentale. La nostra comprensione erronea della realtà crea degli stati di spirito distruttivi, come l’odio, la collera, l’attaccamento, il desiderio, la gelosia o la collera, che perpetuano il ciclo della sofferenza e ci fanno girare le spalle alla felicità. La mia missione è quindi quella di dare insegnamenti che liberano dall’ignoranza attraverso la sconfitta dei nostri nemici interiori. E’ un’illusione profonda il credere nelle avversità. I nemici che si manifestano all’esterno sono la proiezione del nostro spirito incontrollato. Quando abbiamo vinto i nostri demoni interni, nulla più ci turba.

Nella vita del Buddha, ci sono molti esempi del potere dello spirito perfettamente controllato. Un giorno per gelosia, Devadatta gli lanciò contro un elefante dei più feroci, pensando che l’animale potesse far crollare le sue difese o schiacciarlo sotto il suo peso. Ma avvicinandosi al Buddha, l’elefante si inginocchiò.

La notte del suo risveglio, il demone della morte, Mara, sollevò verso il meditante la collera dei venti. Ma delle tempeste terribili, capaci di sradicare gli alberi, non toccarono neppure un lembo della sua veste sacra. Mara chiamò allora le piogge che portano via anche la terra. Senza neppure bagnarlo, le piogge passarono. Quando per finire, Mara ordinò ai soldati di abbattere il Risvegliato, le frecce diventarono fiori a contatto del suo corpo. La luce che irradiava lo proteggeva come in una bolla, in modo che le loro spade si frantumavano e le loro asce furono sbrindellate. Questo è il potere dello spirito stabile e a dimora nella pace primordiale.

Dai miei primi anni di formazione nel monastero di Golok e l’esperienza della mia guarigione singolare, devo in particolar modo trasmettere l’insegnamento della pace interiore che rivela l’infinito potere di guarigione dello spirito. Se possibile, indirizzandomi a terapeuti e a medici per farli impegnare ad integrare la dimensione spirituale dell’essere umano nella loro comprensione della malattia e delle cure. Questa è la mia seconda missione, come maestro di Dharma.

  

La mia terza missione come Phakyab Rinpoche

Ho infine una terza misisone, come detentore del lignaggio. Riconosciuto come l’ottavo Phakyab Rinpoche da Sua Santità il Dalai Lama, devo preservare il mio insegnamento spirituale e perpetuare la memoria del mio lignaggio, di questi maestri straordinari che da Kamalashila a Padampa Sangye passando da Darma Dodde, fecero prima di me l’offerta della loro propria vita per tutte le esistenze.

Sono inoltre detentore del trono del monastero di Ashi, benedetto dalle reliquie del cuore di Dje Tsongkhapa, che i Tibetani hanno salvato dalla distruzione ad opera delle Guardie rosse, a rischio della loro stessa vita. In questi ultimi anni grazie alla generosità dei miei studenti, ho potuto ricostruire la cappella di Dje Tsongkhapa e metterò in atto un programma di scambio al fine di poter garantire sufficiente nutrimento quotidiano ai monaci d’Ashi.