Estratto del libro "La meditazione mi ha salvato" di Phakyab Rinpoche e Sofia Stril-Rever
Lo sguardo medico del dottor Lionel Coudron
« Abbandonato, Phakyab Rinpoche si é sentito abbandonato dai medici dell’ospedale Bellavista » .
Così sembra a prima vista il commento del dottor Lionel Coudron quando vide per la prima volta il dossier medico di Phakyab Rinpoche che gli avevo portato. Per valutare il caso della sua guarigione atipica, Rinpoche aveva pensato che sarebbe stato utile indirizzarsi verso un medico che era venuto ad ascoltare la nostra conferenza a Parigi e che avevamo avuto piacere nel rivedere in seguito.
Incrocio lo sguardo color blu, profondamente terapeutico del dottor Coudron. Siamo nel suo studio, a Parigi Avenue d’Iena, che è anche sede dell’Istituto di yoga terapia che ha fondato nel 1993. Ci si arriva attraverso una rotonda coperta di specchi, e attraversandola, come non pensare che stiamo cercando la rivelazione del suo essere? Lo specchio è a immagine dello spirito calmo attraverso la meditazione, che riflette tutte le apparenze del mondo in modo uguale, senza sceglierne nessuna.
« Accolgo pazienti con patologie gravi e ai quali la medicina ospedaliera propone dei protocolli e delle cure spossanti. Vorrebbero curarsi con lo yoga. Io resto un medico, e come professore di yoga li metto in guardia. Altri, prima di loro, sono venuti a cercarmi con lo stesso tipo di richiesta. Ma molti purtroppo non sono più in vita, per parlarne…”
Il dottor Coudron propone un accompagnamento e si prende il compito di non abbandonare i suoi malati. Gli lascia la responsabilità o meno di seguire o no una chemio o una radioterapia. Li mette in guardia sui rischi che corrono se smettono di curarsi, facendo loro queste premesse preziose! Essere presenti al loro fianco, attraversare con loro le prove della malattia. Mi dico che i suoi pazienti hanno un eccellente karma per aver incontrato un medico così. Si sa mettere in ascolto, in una dimensione che permette di mobilizzare tutto il potenziale di guarigione della persona, in particolar modo quello energetico e spirituale.
« Quando ricevetti l’annuncio della prima conferenza parigina di Phakyab Rinpoche, Guarire con la meditazione, mi sono subito sentito chiamare in causa »
Seduto al fondo della sala, il Dottor Coudron fu toccato dalle parole di Rinpoche “Nel corso dei minuti, le sue parole mi toccavano profondamente. Rinpoche parlava ad un centinaio di persone della sua esperienza unica, inaudita. Sorridendo, lo si sentiva pieno di attenzione. E percepivo, nel più profondo di me stesso, che ci lasciava una testimonianza eccezionale. Questo in un modo naturale e sconcertante. Il più semplice del mondo!”
A proposito della guarigione di Phakyab Rinpoche, il dottor Coudron non esita a parlare di « Miracolo ». E’ convinto di non essere mai stato messo a confronto con un “fenomeno di una simile potenza”: “anche se mi era stato chiesto di constatare un paio di volte delle guarigioni inspiegabili dal cancro, cosa che mi ha insegnato che tutto può succedere, mai avevo visto una patologia, di cui l’evoluzione di solito è fatale, evolvere in questo modo. Avevo, purtroppo, spesso assistito a delle catastrofi quando certi professori di yoga che conosco avevano rifiutato la medicina convenzionale. Che io sappia, per aver studiato i miracoli degli effetti placebo, il corpo è dotato di tutto ciò che gli serve per guarire e auto guarire, e la testimonianza di Rinpoche non poteva lasciarmi indifferente”
Mi stupisco di come un medico usi il termine “miracolo”, quando per Rinpoche, la sua guarigione si rivela di una logica rigorosa, anche se fa intervenire delle energie di ordine sottile. I canali, che si visualizzano, e i soffi, utilizzati con maestria, sono catalogati su di uno schema anatomico del corpo yogico, talmente preciso quanto gli schemi di anatomia del corpo fisico. Il processo della sua guarigione non è stato casuale, e non è comparabile ai miracoli istantanei di Lourdes o Fatima. Per tre anni, è attraverso una meditazione sistematica che Rinpoche ha ricostruito la sua gamba in cancrena e la sua colonna vertebrale in frantumi. Propongo quindi la parola “miracolo” nel senso etimologico del termine che significa “ciò che merita di essere guardato”. Il miracolo è lo specchio dell’invisibile. Riflesso dell’impensabile, il miracolo riflette l’ineffabile. Il miracolo non ci fa quindi guardare al di là delle parole? Riflettere al di là del pensiero?
Il Dottor Coudron si spiega meglio : « Quando parlo di miracolo, vorrei parlare in realtà di un avvenimento stupefacente e imprevedibile, non di un miracolo nel senso cristiano, derivante da interventi esterni. Ecco perché mi piace parlare dei piccoli miracoli di tutti i giorni. La vita è il più grande miracolo, l'universo, la nascita, la coscienza, il sole che sorge, la pioggia che cade, questi sono miracoli associati con una sequenza di eventi ogni volta incredibili. L'essere umano è di per sé un miracolo. Tutto questo suscita entusiasmo e meraviglia. E’ 'in questo senso che la guarigione di Rinpoche è un miracolo. Un miracolo della vita e le opportunità che ci costringe ancora una volta alla meraviglia. "
Altri medici ai quali ho parlato della guarigione Phakyab Rinpoche sono rimasti sorpresi che ci abbia messo tre anni per guarire. Probabilmente perché potrebbero classificare il suo recupero diverso nella categoria dei miracoli di guarigione spontanea, tra le religioni che il mondo testimonia.
"Perché non farlo subito? " Mi hanno chiesto con scetticismo.
Il Dr. Coudron invitato a riformulare la domanda: "Perché subito e non tre anni? Che cosa avrebbe dato di più? Si sarebbe convinta una persona in più nel praticare la meditazione? "
E ancora: "Personalmente non credo. Viceversa, se la cura è stata immediata, sarebbe stato dell'ordine dell’ "impossibile". Mentre nel caso di Phakyab Rinpoche, quello che è successo e che ci coinvolge molto di più rispetto alla sua guarigione, è il risultato di una pratica applicata e non una fede intensa e tempestiva. Egli ci mostra un percorso che è possibile fare attraverso la "formazione". Se dico che non ho mai giocato a calcio e la prima volta che gioco segno un gol contro la squadra più forte del mondo, nessuno penserà di avere qualche possibilità di arrivare a far lo stesso. Ovviamente questo non accadrà di nuovo. Se invece spiego che nel gioco del calcio mi sono allenato per anni per arrivare a essere il capocannoniere del mondo, tutti ammettono che questo sia possibile. Anche se tutti sanno che non possono diventare il capocannoniere contro la migliore squadra del mondo, tutti sono d'accordo che potranno allenarsi per aumentare il proprio livello e potranno divertirsi e segnare gol.
Questo vale per Phakyab Rinpoche. Nella guarigione di Rinpoche, ciò che è importante non è tanto l'obiettivo, ma come e con che percorso ci è arrivato. E questo percorso è quello che richiede di sviluppare la compassione e la capacità di concentrazione applicata con amorevolezza al proprio corpo. Questo non potrebbe realizzarsi magicamente o in un istante. Phakyab Rinpoche ci indica la via della pratica da applicare. Se la applichiamo, si ottengono i risultati. Non a caso, ma attraverso la formazione. Se voglio scalare l'Everest, ho bisogno di un grande allenamento; se voglio camminare in montagna per un paio di giorni, o far un tour più piccolo, basterà un allenamento minore. Phakyab Rinpoche ci dimostra che quello che ha fatto è fattibile per tutti nella propria vita. Se medito, anche solo un po, vedo i benefici. Ma ho bisogno di sedermi per questo, capire la mia condizione e volermi trasformare”